Intervista per il blog “il lettore forte”

Sfogliando Luna, scritto da Patricia Hegarty in collaborazione con l’illustratrice Britta Teckentrup per Sassi Editore, si percepisce quasi un’aura di magia.
E’ come se lo sguardo sulla terra e le fasi lunari che ne influenzano i ritmi vitali fosse nuovo, di qualcuno che vi posa gli occhi per la prima volta.
Questo romanzo è dedicato alle donne, e non sono, di tutte le età perché parla dell’incontro speciale di una quarantenne single e di una bambina quasi novenne.
Un’amicizia particolare inizia tra di loro attraverso le favole “vere”, quelle che nessuno solitamente racconta mai, e che saranno però fondamentali per la crescita della bambina, perché sia forte, consapevole e in grado di affrontare le difficoltà della vita. Ciò che ci ha colpito è che l’autrice riesce a parlare di temi anche molto seri, come il bullismo e la violenza sulle donne, in modo delicato, scorrevole e mai scontato.
L’amante giapponese di Isabel Allende è la conferma di stile e bravura che attendevamo da questa autrice, da tempo molto amata da milioni di lettori. Già dalle prime pagine si intuisce che è tornata la Allende degli albori, non certo quella che, forse, in parte disattese le aspettative di alcuni affezionati lettori con “Il gioco di Ripper”, primo suo esperimento di giallo.
La storia è avvincente, commovente, romantica e cruda allo stesso tempo, cela ciò che deve fino al momento giusto tenendo il lettore incollato alle pagine che scorrono veloci.
Non voglio anticipare nulla della trama, esterno solo una riflessione ispirata dal romanzo, ovvero che esistono diverse forme d’amore, tutte egualmente preziose. Con affetto, costanza e rispetto gli esseri umani, qualsiasi aberrazione abbiano subito, possono guarire e riacquistare dignità e autostima.
Consiglio caldamente questo romanzo, da leggere tutto d’un fiato!
L’autore rimane fedele alle cronache del ‘600 e non ci racconta, col suo sguardo lucido e critico, solo la vita di Antonia e del paese di Zardino.
Siamo resi testimoni di un’epoca nella quale la paura dell’ignoto, l’ignoranza e le credenze popolari, al pari della corruzione nella Chiesa, la facevano da padrona.
Antonia, con la sua triste storia di orfana e poi di presunta strega di un piccolo paesino della bassa piemontese, diviene in realtà veicolo per la denuncia dei peggiori mali dell’umanità: ingiustizie, scandali, ipocrisie, violenze e sacrificio di innocenti. Reali allora come oggi, ma non meno inaccettabili: da sradicare e combattere quindi con ragione e buon senso.
Consigliato a chi vuole riflettere sulla nostra società presente, per certi versi immutata nei secoli. Resteranno però delusi coloro che si aspettassero una storia “romanzata”, Vassalli forse per pudore e rispetto nei confronti della storia di Antonia, trasforma il romanzo in un saggio, costruito a partire dalle cronache novaresi.
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